Prima di tutto è necessario inquadrare il significato di Depressione Maggiore alla luce degli studi eseguiti in merito. Solo in un secondo momento sarà utile indagare più a fondo questo disturbo che, a mio avviso e in base alla personale esperienza, deriva da particolare condizioni familiari e ambientali all’interno delle quali è nata la persona.
Indice articolo
Depressione maggiore: inquadriamola
Si parla di Depressione Maggiore quando l’episodio depressivo di esordio ha una durata minima di due settimane. Durante questo lasso di tempo la persona sperimenta 5 o più di questi sintomi, fra cui “umore depresso” e “perdita di piacere” devono essere presenti.
- umore depresso
- diminuzione di interesse
- significativa perdita o aumento di peso non dovuto a diete
- insonnia o ipersonnia ogni giorno
- agitazione o rallentamento psicomotorio
- mancanza di energia
- senso di svalutazione o colpa profondo
- diminuita propensione a pensare o concentrarsi
- pensieri ricorrenti di morte
Un’ulteriore precisazione, la presenza dei sintomi non deve essere associata a uso di sostanze o a una recente perdita. In entrambe le circostanze la situazione dovrebbe essere inquadrata alla luce di questi due fattori.
Depressione Maggiore e incidenza sulla popolazione
La Depressione Maggiore si presenta maggiormente diffusa tra la popolazione femminile, in un’età compresa tra i 25 e i 40 anni e si stima che almeno 1 persona su 6 potrà andare incontro ad un episodio almeno 1 volta nella vita. In alcuni casi la remissione è completa, in altri casi tende a cronicizzare. Secondo l’O.M.S, la depressione sarà una delle condizioni di sofferenza maggiormente diffusa nei prossimi anni, come ho scritto nel precedente articolo dedicato a “depressione: cause, sintomi e cura“.
Depressione maggiore e farmaci: cosa fare
L’aspetto più importante da conoscere quando si pensa o decide di assumere farmaci è il seguente: non si deve avere vergogna ad assumere farmaci, MA il loro utilizzo DEVE rappresentare una “stampella” che aiuta a “tirarsi su” in un momento difficile, non devono in alcun modo rappresentare l’unica via per il trattamento della Depressione o rimanere come una dipendenza. Per questo prima di rivolgerti ad uno Psichiatra informati bene che sia un medico competente e capace e non un “rappresentante farmaceutico”.
Ad oggi, da quel che si evince dagli studi, i più efficaci sono gli SSRI e gli SNRI ovvero farmaci selettivi che agiscono sui neurotrasmettitori come Serotonina e Noradrenalina. Il loro vantaggio deriva dal fatto che abbiano meno affetti collaterali. La Paroxetina e la Sertralina sono i più diffusi.
Vediamo cosa succede oltre alle informazione generali
Di seguito ti porto dentro alle dinamiche che portano una persona a sviluppare una sindrome depressiva. La condizione familiare in cui nasce il futuro depresso, nella maggior parte dei casi, è tale per cui i valori e le credenze familiari, culturali etc … diventano ben presto “ciò che è bene” e “ciò che deve essere”. Questo cosa comporta?
In altre parole c’è una profonda attenzione alla apparenze e una profonda incapacità di ascolto delle esigenze dei singoli componenti. Si tratta di famiglie o fredde, dove “non si parla di cose brutte” o famiglie più velatamente fredde, in cui sembra che si possa parlare di tutto quando in realtà la sensazione prevalente è quella di “camminare sulle uova” proprio perchè gli argomenti di carattere personale raramente sono affrontati.
In queste famiglie spesso il dovere viene prima del piacere nella misura in cui l’obbedienza e l’ottemperanza agli obblighi è di primaria importanza. Difficile opporsi a queste sottili dinamiche perchè la minaccia tacita di squalifica è sempre possibile. Il clima è quello di una gentile e corretta cordialità che definisce relazioni superficiali e fredde.
Ecco che il futuro Depresso svilupperà si’ una capacità di stare a contatto con gli altri, ma sacrificherà se stesso, i suoi interessi e i suoi desideri sull’altare del “devo fare così perchè così è giusto”.. non sempre perchè lo voglio. A lungo andare la persona svilupperà un profondo senso di delusione verso sé stesso dovuto all’incapacità di rispondere ai propri personali bisogni. L’assenza di valorizzazione e la reticenza familiare a apprezzare gli sforzi fatti fin da bambino crea una persona all’apparenza adeguata, ma all’interno profondamente insicura.
L’immagine del depresso sprofondato nella malattia è quella di una persona schiacciata dai sintomi che però rappresentano solo la punta dell’iceberg rispetto al peso insopportabile dell’ipersocialità che lo schiaccia, riducendolo alla frustrazione e al fallimento.
Conclusione
Come hai avuto modo di capire nei paragrafi precedenti, i sintomi che il depresso porta con sé non sono altro che la punta di un iceberg rispetto a sentimenti di svalutazione interna coi quali la persona cresce e che quindi non derivano da patrimonio genetico o da altro. Le condizioni di crescita concorrono a determinare la nascita di una sintomatologia, in particolare
- valori e credenze intransigenti nella sfera cognitiva
- rituali rigidi in quella pragmatica
- clima emotivo freddo in quella emotiva
Laddove la persona riesca col tempo a incamerare una riflessione personale su queste dinamiche e iniziare un percorso di valorizzazione del sé, le probabilità di uscire fuori dalla depressione sono alte! Se hai domande o desideri saperne di più di questo argomento, contattami!