Credo che se stai leggendo questo articolo tu ti sia posto/a questa domanda almeno una volta nella tua vita, pensando a te o a una persona che vorresti aiutare nel miglioramento della propria autostima! Ti spiego in questo articolo di cosa si tratta, come nasce e cosa poter fare per migliorarla!
Indice articolo
Cosa significa avere autostima? Le Origini
Ogni orientamento psicologico/terapeutico basa le origini del concetto di autostima sulla base dei capiscuola di appartenenza: La Psicanalisi su S. Feud e C. G. Jung; la Sistemica – Familiare su S. Minuchin, J. Haley; la Gestalt sui lavori di F. Pearls e C. Naranjo. Ognuno di questi orientamenti però converge nel ritenere che ciò che determina l’autostima di una persona sia per il 90% dovuto all’attaccamento con le figure genitoriali.
Per avere una buona autostima sarà necessario aver fatto esperienza di genitori (o figure vicarie ma importanti nella crescita) che sono stati in grado di trasmettere al bambino/a parole di stima; ad esempio: “bravo”, “ma che bella questa cosa”, “complimenti!!” e soprattutto una frase fondamentale che in pochi dicono ” Ti voglio bene per quello che sei, indipendentemente da ciò che fai”. Continua a leggere, anche se non hai avuto questo tipo di genitori, non significa che tu non posso lavorare e strutturare un senso profondo di autostima.
Ora, più o meno tutti noi abbiamo ricevuto questo genere di affetto verbale; questa percentuale si riduce e meno persone hanno avuto la possibilità di avere ENTRAMBI i genitori capaci di fare questo, ancora meno genitori che sono stati in grado di accompagnare il verbale di sostegno con un “Non-Verbale” adatto (sorridere mentre si dice questo). Ancor-ancor meno genitori che lo hanno fatto con costanza nel tempo!
Ecco che avere un’esperienza del genere non è così frequente, ma se sei un genitore che legge questo articolo, prova a riflettere come è la tua modalità comunicativa!
Cosa significa avere autostima? Oggi
La persona adulta quindi che dice “dr. ma io non ho abbastanza autostima”, avrà avuto poco modo di sperimentare un dialogo affettuoso e costante nel tempo coi propri genitori o con altre figure di riferimento. In poche parole, se non riesci a dirti “BRAVO/A!” come forma di dialogo interno con te stesso/a è perchè in pochi te lo hanno detto. L’autostima si basa proprio sulla capacitò di riconoscere a sé i traguardi che raggiungi, migliorando così al tempo stesso il senso di autoefficacia!!
Il linguaggio intimo che crei all’interno della tua mente, i pensieri ricorrenti etc ..altro non sono che ciò che ti veniva detto da piccolo/a.
Cosa puoi fare?
Prima di tutto non preoccuparti perché puoi rimediare! Ci sono 4 tecniche che puoi sperimentare
- Mindfulness meditation. Si tratta di una tecnica di respirazione che calma il flusso dei pensieri e prepara la mente a raccogliere il lavoro successivo
- Self – Talk. Metti una mano sul cuore quando sei riuscito a raggiungere un obiettivo, anche piccolo, e ad alta voce (meglio!) ma anche a bassa voce dirti “BRAVO/A!”. So che comporta un minimo di imbarazzo, ma dal nulla non ti ottiene nulla. Un poco di pratica è necessaria.
- Usa un linguaggio appropriato nei tuoi confronti: la Psicolinguistica ci insegna che la nostra mente si modella secondo le parole che usiamo; quindi se nel parlare con le altre persone ti accorgi che parli di te definendoti ad esempio “una persona smemorata”, cerca di non dirlo, di aspettare e di non dire la frase come presentazione di te ad un primo incontro. Prova a sostituirla con “non sempre mi ricordo tutto”.
- Coraggio. Non si tratta di una tecnica ovviamente, bensì di uno stato d’animo necessario per far partire un processo di automiglioramento.
Ricordati che difficile è iniziare, non continuare!!