Come accennato negli altri due articoli, dedicati alla rabbia e alla paura, il Disgusto è da considerarsi una vera e propria emozione.
Anch’essa, in quanto emozione, è TEMPORANEA e UNIVERSALE. Ciò significa che dura poco e appartiene a tutti gli esseri umani, dalla Nuova Zelanda alla Norvegia.
Ma perchè è importante riconoscere il disgusto?
Indice articolo
La mappa delle emozioni: il disgusto
Intanto da un punto di vista Scientifico la mappa delle emozioni (“Emotional Heatmap”) ci dice che quando proviamo disgusto, la aree che si accendono maggiormente sono la pancia, la gola e (un poco meno) le mani. All’altezza della zona genitale invece si nota un’area blu, indice di freddezza e chiusura. L’emozione del disgusto associata a queste parti del corpo serve a LIBERARNE nel caso in cui un veleno o un agente nocivo dovesse attaccarle.
Per cui il disgusto è fortemente adattivo. Ma c’è di più!
La mappa delle emozioni: il disgusto. Ce ne sono 3 tipi
“Disgusto di base” –> repulsione associata a qualcosa che ci infastidisce
“Disgusto da contaminazione“ –> scatta nelle vicinanze di persone e luoghi che rischiano di infettarci: una casa non pulita, vista di una bocca spalancata col cibo dentro etc..
“Disgusto da violazione del corpo-guscio“–> ovvero una paura che si collega alla violazione di cavità e aperture.
Ma quali sono le implicazioni psicologiche, e terapeutiche, del disgusto??
Qui la faccenda si fa ancora più interessante. L’antropologa Mary Douglas diceva che “la sporcizia è una cosa fuori posto”.
Il disgusto infatti può associarsi a sintomi come la Nausea, una sensazione che può emergere quando mi trovo in una situazione in cui NON MI SENTO COMODO, IN CUI SONO FUORI POSTO. Vorrei poter dire qualcosa, fare qualcosa ma NON ME LO PERMETTO, non lo dico. Siccome mente e corpo sono collegati, se non me ne libero attraverso la parola, buttando fuori e dando voce al dolore o a una situazione che mi opprime, mi verrà la nausea come sintomo che simboleggia la necessità di “rimettere, rigettare” vomitare per liberarsene.
Non è raro che questa sensazione perseguiti la persona dopo la morte di una persona cara, nelle situazioni in cui il lutto non è risolto (ovvero non si ha partecipato al funerale, non si è dato l’ultimo saluto al defunto etc…).
Dare parole alle proprie sensazioni è l’unico modo per liberarsi di questa sensazione.
Cosa è importante sapere
Il disgusto ha 4 diverse “Categorie di significato”
- Sfuggevole
- Orrore
- Delusione
- Disapprovazione
Ognuna di queste è suddivisibile in altre 2 sottocategorie. Ad esempio una delle più interessanti è la Delusione, per la quale l’emozione corrispondente è la Ribellione.
Ti spiego tutto attraverso un Caso Clinico.
Giovane paziente che arriva in terapia per comportamenti aggressivi rivolti a compagni di scuola.
Emerge dalle sedute che l’emozione prevalente in questo ragazzo non è tanto la rabbia quanto la delusione, e che prova spesso un senso di disgusto. Sembra strano, ma andando a fondo si capisce che il paziente era rimasto deluso, amareggiato per come il padre aveva lasciato 2 mesi prima lui e la madre, in precarie condizioni economiche, andandosene improvvisamente di casa.
L’emozione mostrata era la rabbia, veicolata da un comportamento aggressivo, ma quella che il giovane paziente non si permetteva di esprimere (sotto la superficie) era proprio il disgusto. Dare voce a tutto questo fu sufficiente per sciogliere il sintomo e tranquillizzare la madre, anche se l’elaborazione dell’abbandono paterno richiese più tempo.
Di seguito un link utile per saperne di più
Di seguito i miei articoli sulla Mappa delle Emozioni