Qualcuno ti prende per mano e ti dice: “è successa una cosa terribile”. Dopo lo shock arriva un’altra sensazione, ti senti come saprafatta, esausta. La mente affonda e le gambe non reggono. La sensazione che emerge si chiama TRISTEZZA . Ad un primo impatto nessuno vorrebbe mai provare questa emozione, è naturale, ma se proviamo a ragionarci scopriamo che anche questa emozione di cui spesso si ha paura, ha un significato evolutivo che non va sottovalutato.
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La mappa delle emozioni: la tristezza
La tristezza è quell’emozione che permette, come ricorda Khubler-Ross nei suoi passi per l’elaborazione del lutto, di avvicinarsi ad uno stato di accettazione per la perdita della persona cara. Dopo un primo momento di rabbia e sconforto infatti, la tristezza permette alla persona di calare le energie e entrare in uno stato psico-fisico di comprensione di ciò che è accaduto, avviene una presa di realtà e si mettono le basi per poter ripartire.
La tristezza è un’emozione universale, che riguarda tutti noi e arriva in diversi momenti. Durante il Rinascimento ad esempio era associata alla sensazione di pesantezza, legata al fatto che secondo i medici era causata da un eccesso di bile nera nel fegato, che appesantiva e rendeva le persone appesantite, addolorate.
Era anche associata, la tristezza, a uomini di pensiero, filosofi per lo più, dotati di grande sensibilità e mente arguta. Una certa familiarità con lo sconforto poi, era ritenuto un allenamento emotivo, una lezione di resistenza.
La mappa delle emozioni: la tristezza, cosa accade a livello fisiologico
Se dai un’occhiata alla EMOTIONAL HEAT-MAP , ti puoi rendere conto che la tristezza NON è depressione. Sono due cose ben diverse anche a livello fisiologico. Nella tristezza permane un’attivazione “calda” all’altezza del petto, cosa che invece scompare nella depressione. Questo significa che il corpo è temporaneamente in “stand-by” e che sta recuperando le forze. Attenzione però a non cadere in uno stato più depressivo, per cui DIVENTA FONDAMENTALE APPOGGIARSI IN QUEI MOMENTI SULLE PERSONE SIGNIFICATIVE CHE POSSONO AIUTARTI.
In questi casi diventa utile la Mindfulness come disciplina e la respirazione come tecnica associata sulla quale si basa.
Ti consiglio di provare un tipo di respirazione ATTIVANTE, in cui stimoli il sistema nervoso Simpatico (ramo del sistema nervoso centrale con funzione eccitante, stimolante, contraente). Prova quindi a metterti seduto e inspirare dal naso per 5 secondi ed espirare dal naso in 3 secondi. 10 minuti, due volte al giorno. Continua per una settimana per beneficiare appieno di questa tecnica.
Cosa è importante sapere
La tristezza ha 6 diverse “categorie di significato”
- abbandonato
- annoiato
- depresso
- disperato
- colpevole
- solo
Ognuna di queste categorie è suddivisibile in 2 sottocategorie di significato: la tristezza è infatti da considerarsi come una Macroemozione, in quanto tale non è corretto dire che in una situazione spiacevole si prova sempre tristezza. Potremmo dire che la persona si è trovata a sentirsi disperata, quindi impotente. Spesso e volentieri la sensazione di impotenza che arriva addosso, magari inaspettatamente, ha a che fare con quella stessa sensazione provata da piccolo/a e della quale non si è più coscienti MA che ad un certo punto ritorna. Capire le origini di questa emozione fa la differenza per capirla, esserne consapevoli e uscirne cresciuti.
Un link utile per saperne di più
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